giovedì 1 marzo 2012

Caro amico ti scrivo








Caro amico ti scrivo, con queste parole inizia “L’anno che verrà”, uno dei brani più famosi di Lucio Dalla. Il mio essere leggermente anacronistico, mi ha sempre spinto verso un’idea valoriale e musicale lontana dalle tendenze spesso immonde della mia generazione, per cui custodisco gelosamente il patrimonio di un cantante che ha allietato intere generazioni e che dopo il suo ennesimo afflato con il pubblico è stato strappato via dalla morte. Le coronarie hanno ceduto lasciando sgomento un paese che nelle sue mille problematiche, ha tenuto nel cuore e nella mente il barbuto bolognese per decenni. La musica come la poesia, e soprattutto la poesia messa in musica, non è un’alchimia che riesce a tutti, ma soltanto pochi riescono ad animare le virtù di giornate amare o esaltare momenti felici in cui canti a squarciagola fregandotene di chi ti circonda o del condomino che brontola quanto intoni “Attenti al lupo”. Un artista come Lucio Dalla ha dato a me, e a molti come me, quella giusta dimensione di sano spessore musicale, ma anche di ragionamento su come si possa inseguire, almeno con i sogni, un mondo diverso, raddrizzandolo a maggiore equlibrio e meno sperequazione, spingendo sull’acceleratore della pace abbassando la potenza missilistica, di come l’emigrazione non sia una disgrazia confinata in un barcone ma il dramma di un’umanità che ha fallito i suoi piani di progresso. Un artista di cui segui un concerto, canti dalla prima all’ultima canzone, per poi ritornare magari in macchina e continuare a fischiettare inconsciamente “4 marzo 1943”. Si spegne una fiamma ardente della cultura musicale italiana nel mondo, ma non muore una grande voce che animerà ancora i giorni di “Anna e Marco” e che se un nuovo cambiamento ci sarà, sicuramente avrà una dimensione “Futura”. Caro amico ti scrivo per dirti soltanto un’ultima ma emozionante cosa: “Ciao”.


Dear Friend I write to you

Dear Friend I write to you with these words, "The coming year", one of the most famous songs of Lucio Dalla. My slightly anachronistic, I was always pushed away from the idea of values ​​and musical trends often foul of my generation, so jealously preserve the heritage of a singer who has delighted generations and that after his umpteenth inspiration with the public was snatched away by death. The coronary arteries have yielded dismay leaving a country in its myriad problems, he always managed to preserve their heritage. Music as poetry, especially poetry set to music, there is an alchemy that can at all, but only few are able to animate the virtues of bitter days or boost happy moments in which singing loudly fregandotene of those around you or rumbling of the condominium as intoning "Beware of the wolf." An artist like Lucio Dalla has given me. and many like me. the right size of healthy thick music, but also thinking about how you can pursue, at least with dreams, a different world, straightening in greater inequality and less BALANCE, pushing the accelerator down the power peace missile, how emigration is not an accident confined in a boat but the drama of humanity that has failed in its plans for progress. An artist of whom follow a concert, songs from first to last song, then maybe back in the car and continue to unconsciously whistling "March 4, 1943." It turns off a burning flame of Italian musical culture in the world, but did not die a great voice that will liven up even the days of "Anna and Marco" and that if a new change will certainly have a dimension "Futura". Dear Friend I'm writing to tell you just one last thing, but exciting, "Hello."

1 commento:

  1. Io ho vissuto con l’Album "Dalla 1980", quello dopo “Banana Republic”. La mia adolescenza sfogliava quelle canzoni, le assorbiva una ad una, a Cara memoria Futura.

    L’Album girava lento come gli anni di sole, terra e vento. La musica si sollevava, giostra di testi, nell’alto dei cieli.

    E la sera dei miracoli, al parco della luna, incontravo Meri Luis…

    Ciao, Mariano

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