giovedì 22 marzo 2012

Il cammino nel deserto


Tutti o quasi, ricordiamo il terremoto dell’Irpinia nel 1980. L’infuriare degli elementi ha colpito duramente una parte d’Italia dando alla distruzione un impulso materiale altamente spregiudicato.

Una calamità naturale, pur drammatica quanto sia, presenta sempre un prima e un dopo. Il prima è la sofferenza, il dolore e la lenta metabolizzazione di quanto accaduto; il dopo è l’inventario dei danni e la successiva ricostruzione.

A distanza di oltre trent’anni dalla grande scossa, ancora si respira l’odore acre delle polveri sprigionate dai calcinacci che vengono giù. Emerge una sensazione di amara solitudine dove il silenzio toglie il respiro e il suono dei passi è l’unico rumore di sottofondo insieme al battito del proprio cuore.

Di danaro per la ricostruzione n’è stato speso a valanga, ovviamente speso male. La progettualità di rilancio si è tramutata in una spinta all’emigrazione e all’annichilimento.

I paesi distrutti sono stati ricostruiti seguendo una linea urbanistica a volte gradevole a volte meno, ma altro non si è fatto che impiantare cattedrali nel deserto, sempre più vuote e con un’anima piangente che impreca i tempi che furono.

Camminare per le strade dei paesi irpini, specie in quelli che distano un po’ dal capoluogo di provincia, significa trovarsi in piccole oasi di silenzio. Qualche cane che passa; signore in gramaglie sedute davanti al proprio portale; anziani che affollano panchine su cui vengo ripetute sempre le solite chiacchiere insieme alla foglie degli alberi che invadono i marciapiedi; l’impiegatino appiattito nella sua routine di piccolo scrivano, e così via….

Di sera, qualcosina cambia. Quei pochissimi giovani che ancora resistono, imitano i loro nonni seduti sulle panchine, spettegolando su qualcuno, aspettando la raccomandazione che verrà per essere incasellati in qualche ente inutile magari al posto del padre ormai prossimo alla soglia pensionistica, finché la noia non prende il sopravvento e si decide che è ora di andare a dormire.

Gli unici posti affollati sono l’ufficio postale per il ritiro della pensione; il laboratorio di analisi cliniche; il laboratorio radiografico; la farmacia e tutti gli studi medici. A proposito di quest’ultimi, c’è da registrare, in questi piccoli paesi, l’avvento in massa degli specialisti in diverse patologie, i quali approfittando della desertificazione, mollano gli ospedali dove lavorano la mattina per raggiungere queste sedi disagiate, curando spesso in modo non proprio brillante ed intascando quasi sempre cash senza fattura.

Purtroppo, ove la subcultura invade ogni strato sociale e un certo tipo d’ignoranza offusca le menti, anche se un oculista decide di farti inforcare gli occhiali senza averne troppo bisogno, va più che bene, tanto l’ha detto il medico.

E così, pian pianino, tra un politico che ancora trova chi gli apre la porta dell’auto ed un ufficio postale denso come un uovo perché si ha timore che i soldi per i vari pagamenti svaniscano, si chiude sempre più il cerchio magico della vitalità irpina che ha caratterizzato la storia.

Improvvisamente, come per magia, si viene abbagliati da un solo caldo e l’asfalto si trasforma in lunghe distese sabbiose, ove la civiltà lascia spazio al cammino nel deserto.


The journey through the desert

All or nearly so, remember the Irpinia earthquake in 1980. The fury of the elements has been hard hit part of Italy giving an impulse to destroy materials that are unscrupulous.

A natural disaster, even as dramatic as it is, always has a before and an after. The first is the suffering, pain and slow metabolization of what happened, the following is the inventory of the damage and subsequent reconstruction.

After more than thirty years after the great shock, still breathe the acrid smell of dust emanating from the debris coming down. What emerges is a feeling of bitter solitude where silence is breathtaking and the sound of footsteps is the only background noise along with the beat of his heart.

Of money was spent for the reconstruction of an avalanche is something, obviously misspent. The recovery planning has turned into a push migration and annihilation.

The countries destroyed have been rebuilt following a line urbanism sometimes pleasant sometimes less, but nothing has been done to establish cathedrals in the desert, increasingly empty and with weeping soul who curses the times that were.

Walking the streets of countries Irpinia, especially those that are just a little 'from the provincial capital, means being in a small oasis of silence. A few passing dog; ladies in mourning, sitting in front of your portal; seniors crowding the benches on which I am repeating the same old talk with the leaves of the trees that invade the sidewalks; impiegatino flattened the small clerk in his routine, and so on ....

In the evening, a little something changes. Those very few young people still resist, mimic their grandparents sitting on benches, gossiping about someone, waiting for the recommendation that will be encased in some useless body maybe instead of his father nearing retirement threshold, until boredom takes over and you decide it's time to go to sleep.

The only places are crowded post office for collection of pension, the clinical analysis laboratory, the laboratory X-ray, pharmacy and all medical studies. About the latter, there is to be recorded in these small countries, the advent of mass of specialists in various diseases, such as taking advantage of desertification, they drop the hospitals where they work in the morning to get to these places poor, often treating not quite so brilliant and almost always pocketing cash without an invoice.

Unfortunately, where the subculture invades every social level and a certain kind of ignorance obscures the minds, even if an ophthalmologist decides to make you put on his spectacles without having too much need, is just fine, so the doctor said.

And so, slowly, between a politics that is those who open the car door and a post office as thick as an egg because you fear that the money for the various payments fade, closes more and more the magic circle of the vitality Irpinia that has characterized the history.

Suddenly, like magic, you will be dazzled by a single hot asphalt turns into long stretches of sand, where civilization gives way to walk in the desert.

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