Questo è uno spazio che non si visita semplicemente, ma va assaporato come una tisana rilassante da bere mentre il sole tramonta nel mare. This is a space that you do not just visit, but it tasted like a relaxing herbal tea to drink while the sun sets in the sea.
mercoledì 22 febbraio 2012
L'emigrazione raffinata
Non si scopre certo l’acqua calda nel sapere che sempre più giovani ogni anno decidono di portare il loro essere materiale e spirituale a germogliare fuori dai confini italici. La portata di questo fenomeno migratorio gonfia sempre più i confini di un vuoto generazionale a cui il nostro paese si sta sottoponendo con un’inezia tale, quasi si stesse assistendo a qualcosa di miracolisticamente entusiasmante. Giorno dopo giorno; settimana dopo settimana; mese dopo mese; anno dopo anno il serbatoio del sapere italiano insieme alla competenza tecnica e manualistica, battono sul Pil di un altro paese. Siamo in presenza di un’emigrazione molto più raffinata rispetto al passato. Non si parte con la valigia di cartone ma con il trolley; non ci s’imbarca in nave ma in aereo; non si è analfabeti ma accademicamente affermati. Eppure tutti questi passaggi di sorta, che in teoria farebbero pensare ad una nuova proposizione di progresso rispetto al passato, è solo una parvenza di benessere fumoso, nulla di più. Volendo fare una piccola classifica della tipologia dell’emigrante raffinato, al vertice della piramide c’è il “very hard migrant”, colui che dall’oggi al domani, stanco di vivere in un labirinto senza certezze, parte sulla scorta di un impulso estemporaneo ma inconsciamente ragionato. Scendendo abbiamo l’”hard migrant”, colui che ha magari già un punto di riferimento e parte per mettere in pratica la realizzazione degli obiettivi premeditati, ed infine collochiamo “all sort of migrant”, tutti coloro che laureati e non, giovani e meno giovani, single o ammogliati, decidono per mille motivi di scuotersi di dosso le brutture scatenanti dall’opacità di un inquinamento sociale e culturale capace di avvizzire le migliori intenzioni. Non è più ormai una questione di età, perché se un giovane a venti o trent’ anni decide di emigrare, lo si puo’ anche capire, in quanto si è spinti dalla voglia di imparare nuove lingue, fare esperienze, conoscere il mondo e così via. Ma quando i bagagli li arrotola un quarantenne-cinquantenne con famiglia a seguito, che per anni ha lavorato in Italia ma alla fine si rende conto che la propria vita ha un vuoto macroscopico, allora la cosa diventa psicologicamente intrigante. Intanto però è sempre più crescente l’interesse di siti web, dei social network, della stampa estera verso questo fenomeno che ci dipinge un po’ come la Repubblica delle Banane. Non molto tempo fa, il Time, prestigioso magazine britannico, ha scattato la fotografia sullo stato di crisi della gioventù nostrana, che a guardarla, c’è da portare nelle mani nei capelli. Alcuni giovani che sono stati intervistati mettono in risalto oltre alle differenze riscontrate sul fronte lavorativo, soprattutto la mentalità, il modo di gestire le risorse umane in un paese che non vuole scommettere in nessun modo sul futuro. Qualcuno ha provato a rientrare dopo diversi anni fuori ed è stato costretto a ripartire per non perire. Per cui ben si comprende come la partenza spesso non sia un hobby, ma sia il frutto di quel caos dentro che per forza di cose deve proiettarti in un altro angolo per non perire nell’inquietudine e nell’amarezze trasudanti da un sistema liquido ed artefatto. Un giovane architetto scrive:” in Italy my résumé had drawn non interest; in Dubai I was quickly promoted”. Una ragazza laureata in economia, dopo aver speso alcuni anni in Cina, essendo tornata in Italia e non avendo trovato nulla, decide di ripartire asserendo: “I gave Italy a second chance, but Italy may not have many more chance to preserve its most precious resource”. L’aspetto più inquietante che emerge è che anche molti politici, imprenditori, gente insomma che detiene il potere, manda i propri figli all’estero, perché hanno perfettamente la consapevolezza che qui, come ripete all’unisono Celentano in una canzone, la “situazione non è buona”. Che cosa succede quindi nel momento in cui chi è deputato al cambiamento del paese manda i figli fuori a costruirsi un futuro diverso? Succede che si leggono frasi di padri fimosi che recitano: “this country, is no longer a place where it’s possible to stay with pride, That’s why, with my heart suffering more then ever, my advice is that you, having finished your studies, take the road abroad”. Sicuramente è possibile che qualche lettore non sarà d’accordo, tenderà ad avanzare critiche adducendo a ragione i classici luoghi comuni quali ad esempio “non pensiate che altrove sia meglio” o robe di questo tipo. Forse avrà anche ragione, perché in fondo tutte le opinioni sono rispettabili. Però solitamente chi fa questo tipo di ragionamento, è perché il proprio equilibrio l’ha trovato, e come si dice in gergo, chi è sazio non puo’ credere al malessere di chi versa in condizioni di digiuno. E siccome sono in molti a minimizzare, la fuga sarà sempre più incessante.
Emigration refined
Do not you find some hot water in knowing that more and more young people each year decide to take their material and spiritual to be sprouting out of Italian borders. The extent of this migration swells the boundaries of a growing generation gap in which our country is undergoing a trifle with this, almost the same miracolisticamente seeing something exciting. Day after day, week after week, month after month, year after year, the reservoir of knowledge and technical expertise together with the Italian manuals, beat on GDP of another country. We are witnessing a migration much more refined than before. We do not start with a cardboard suitcase, but with the trolley, we embarked by boat but by plane, you are not illiterate but academically successful. Yet all these sorts of steps, which in theory would suggest a new statement of progress than in the past, is only a semblance of being smoky, nothing more. Wanting to make a small list of the refined type of the emigrant, the apex of the pyramid is the "very hard migrant", who from day to day, tired of living in a maze with no certainties, partly on the basis of a pulse extemporaneous but unconsciously reasoned. Coming down we have the '"hard migrant", one who has perhaps already a landmark and part to implement the objectives of premeditated, and finally we place "all sort of migrant", and not everyone who graduates, young and old young, single or married, they decide for a thousand reasons to shake off the bad things triggers the opacity of a social and cultural pollution that can wither the best intentions. There is now a matter of age, because if a young man of twenty or thirty years 'decides to emigrate, you can' also understand, as it is driven by the desire to learn new languages, experience, learn about the world and so on. But when they roll up your luggage with a forty-fifty years after the family, who for years has worked in Italy but eventually realizes that his life has a macroscopic vacuum, then it becomes psychologically intriguing. Meanwhile, however, is a growing interest in Web sites, social networks, the foreign press to this phenomenon that paints a bit 'like Banana Republic. Not long ago, Time magazine, the prestigious British magazine, took the photograph on the state of crisis in our local youth, who at her, is wearing in his hair. Some young people who were interviewed in addition to highlight differences on the labor front, especially the mentality, how to manage human resources in a country that does not want to bet on the future in any way. Has anyone tried to return after several years off and was forced to leave for not perish. So far we understand that departure is often not a hobby, but is the result of the chaos within and necessarily must proiettarti in another corner so as not to perish, and restlessness nell'amarezze oozing from a liquid system and artifact . A young architect writes: "my résumé in Italy HAD drawn no interest; Promoted Quickly I was in Dubai." A girl graduate in economics, after spending some years in China, having returned to Italy and did not find anything, decides to start saying: "I Gave second chance in Italy, but Italy may not have many more chances to preserve most precious ITS resource ". The most disturbing aspect that emerges is that many politicians, entrepreneurs, people who in fact holds the power in hand, send their children abroad because they are perfectly aware that, like repeating a song in unison Celentano, the "situation is not good." What happens then when the member who is changing the country send their children out to build a different future? What happens is that you read phrases fathers phimosis, which read: "this country, is no longer a place where it's possible to stay with pride, That's why, with my heart suffering more then ever, my advice Is that you, HAVING finished your studies, take the road abroad. " Surely it is possible that some readers will disagree, tend to criticize rightly citing the classic clichés such as "do not think anywhere else is better" or stuff like this. Perhaps it will also correct, because after all opinions are respectable. But usually people who do this kind of reasoning, it is because he has found his balance, and as they say in who is satiated can not 'believe the discomfort of those in conditions of fasting. And since many are minimized, the flight will be continually increasing.
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Ciao Marco, sono un “very hard migrant”, di punto in bianco abbiamo deciso di mollare tutto e andare a vivere in svizzera (cioè in un paese civile...). Ho due bimbe piccole, sono un ricercatore (doh!!)....e sai cos'è successo?? In meno di due mesi ho trovato un buonissimo lavoro, scuola per le bimbe, casa e anche mia moglie troverà lavoro a breve.
RispondiEliminaMa sopratutto ho trovato un paese civile, pronto ad accoglierci a braccia aperte, dove poter crescere due figlie nel modo più sereno possibile e garantire un futuro alla propria famiglia...
...cioè,secondo me, l'esatto contrario di quello che ti offre oggi l'Italia.
Manuel
Leggo con vivo interesse quanto scrivi, in quanto metti a nudo una verità dinamica a fronte di un paese, l'Italia, che ha perso ogni piacevole sensazione esistenziale. In bocca al lupo per il tuo futuro elvetico
EliminaComplimenti, Marco sei riuscito a dipingere un quadro reale che rispecchia la situazione reale degli emigranti del giorno d’oggi.
RispondiElimina“non pensiate che altrove sia meglio” Hai ragione, anche io ho sempre fatto mia questa frase, nonostante che sono venti anni che vivo fuori dall’Italia ma adesso, avendo tentato un rientro posso dire che la frase la possiamo cambiare con “difficile trovare una situazione peggiore” … almeno per il momento.
Devo anche però pensare che questa situazione Italiana non può peggiorare molto senza un collasso generale e una rivalutazione dei diritti sociali dell’individuo. Se non cambia ci troveremo tutti a vivere una vita da pecore compresa la mungitura serale.
Grazie Marco, continua su queste linee.
Ciao,
RispondiEliminain Svizzera dove, se posso chiederti?
Grazie, ciao ciao
Davide
ciao Davide, vado nella svizera francese, a neuchatel.
EliminaManuel
Ciao da Bonn. Lascio Roma perchè è una città da terzo mondo: senza lavoro, strade rotte e sporche, mafia ovunque, trasporti inesistenti traffico immenso, costo della vita altissimo e maleducazione diffusa... Potrei continuare x ore
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