E’ prassi ormai consolidata, nel linguaggio di tutti i giorni, tirare in ballo il concetto di normalità, ed associarlo alle vicissitudini permeanti il nostro paese. Si sente spesso dire: non è normale che in un paese civile e democratico si sia sommersi di rifiuti; in un paese normale la classe dirigente deve avere una condotta eticamente pura; in un paese normale non esiste la possibilità di interferire in modo spietato sull’autonomia di uno dei poteri dello Stato; in nessun paese democratico chi detiene il potere non si arroga il diritto di bloccare il contenuto del palinsesto televisivo pubblico; se fossimo un paese normale sicuramente chi sbaglia deve pagare sul serio, e non beneficiare dell’impunità assoluta; in un paese normale se hai problemi con la giustizia, nemmeno per l’anticamere del cervello ci si può candidare alla guida del governo del paese né tantomeno a quella di un piccolissimo comune di provincia. Questo piccolo insieme di “normalità”, trova spazio nel linguaggio dei cittadini, dei politici, degli amministratori delegati di aziende, dei funzionari di banca, insomma affratella tutti nel nome di un’utopia latente. Se al concetto di “normalità” si ricorre così spesso, allora vuol dire che il suo senso logico nonché il riflesso materiale sono andati perduti. Non bisogna aprire la mente a rebus articolati per capire il naufragio della “normalità italica”, bensì soltanto fare una banalissima riflessione. La normalità è dettata da un semplice concetto: le regole e il loro rispetto. Una società per non stritolare la propria essenza in una centrifuga di anarchia assoluta, si da delle regole, il cui rispetto permette ad ogni membro della stessa di godere delle proprie libertà, ma anche di far fronte a quelli che sono i doveri.
In un sistema così regolamentato, chi detiene il potere di far rispettare le regole, deve in prima persona assumere un comportamento moralmente impeccabile, che funga da esempio per tutti i membri della società a cui le stesse regole si riferiscono. Chiaro è che se tutti rispettano le regole, magari con qualche piccola eccezione, allora possiamo dire che questo tipo di società rispecchia un paese normale. Quando però, chi detiene il potere infrange le regole, non ci si può aspettare che gli altri s’impantanino in un ossequioso ottemperamento delle stesse, il che inevitabilmente si scioglie nella “normalità perduta”. Gli esempi riportati a monte, dimostrano senza tentennamenti come il rispetto delle regole in Italia sia soltanto una chimera, e che pur essendo (momentaneamente) un paese europeo, si sta uscendo dal concetto di democrazia civile. Chi comanda delle regole se ne frega; chi è vicino a colui che comanda cerca di porsi sotto il mantello della protezione nuda e pura; chi non riesce a coprirsi sotto il mantello (il povero cristo) viene atrocemente bastonato dalla “sete di giustizia”. L’Italia è in costante emergenza. Gli scontri di Terzigno; la protesta dei pastori sardi; il tentativo di bloccare alcuni programmi televisivi; la frana nel messinese lo scorso anno; le scuole intrise di amianto; la sanità meridionale inesistente; le infrastrutture sognanti; gli uomini dai mille incarichi e i disoccupati di lusso, sono il frutto di quella normalità che non c’è più in quanto chi dovrebbe riportare il Paese alla normalità ha una visione totalmente opposta a tale accezione. Occorrerebbe un miracolo culturale nel nostro paese, in grado di aprire la mente della gente ed indurla a guardare le cose in modo diverso, ma “ad impossibilia nemo tenetur”, nemmeno colui che ci guarda dall’alto.
The normality lost
And 'long-standing practice in the language of every day, bring up the concept of normality, and associate it with the vicissitudes permeating our country. You often hear people say: is not normal in a democratic and civilized country has been flooded with waste in a normal country, the ruling class must be conducted ethically pure in a normal country there is no possibility to interfere in a ruthless manner on ' autonomy of a branch of the government, no democratic country in those in power do not arrogate the right to block the content of public television programming, if we were a normal country certainly has to pay those who make mistakes seriously, and do not enjoy absolute impunity ; in a normal country if you have trouble with the law, even to the corridors of the brain can be run us to lead the government of the country nor that of a small provincial town. This small set of "normalcy", is housed in the language of citizens, politicians, bank officials, in fact unites all in the name of utopia latent. If the concept of "normality" is used so often, it means that your logical sense and the reflection material have been lost. We should not open their minds to understand the conundrum articulated by the sinking of the "normal Italic", but only to a trivial consideration. Normality is dictated by a simple concept: the rules and respect them. A company not to crush its essence in a centrifuge to absolute anarchy, it is by the rules, compliance with which enables each member of the same to enjoy their freedom, but also to deal with those who are the duties.
In a well regulated system, those in power to enforce the rules, he must first behave in a morally impeccable, acting as an example for all members of society to which the same rules apply. Clear is that if everybody respects the rules, perhaps with some minor exceptions, then we can say that this kind of society reflects a normal country. However, when those in power break the rules, we can not wait for others in a respectful break down fulfillment of the same, which inevitably dissolves into "normalcy lost." The examples in the mountain, as demonstrated unwavering respect for the rules in Italy is only a chimera, and that even though (temporarily) a European country, it is coming from the concept of civil democracy. Who's in charge of the rules gives a damn, those close to him who commands try to place themselves under the cloak of protection naked and pure, who can not cover under the mantle (the poor man) is savagely beaten by the "thirst for justice." Italy is in constant emergency. The clashes in Terzigno, the protest of the Sardinian shepherds and the attempt to block certain TV programs, and the landslide in Messina last year, schools soaked asbestos Southern Health does not exist, the infrastructure dreamy, and men of a thousand jobs and unemployed luxury, are the result of the ordinary that no longer exists because those who should bring the country to normalcy has a totally opposite in that sense. Should be a cultural miracle in our country, able to open people's minds and get her to look at things differently, but "impossibilia nemo tenetur, even one who looks at us from above.
Marco Bozza
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