Questo è uno spazio che non si visita semplicemente, ma va assaporato come una tisana rilassante da bere mentre il sole tramonta nel mare. This is a space that you do not just visit, but it tasted like a relaxing herbal tea to drink while the sun sets in the sea.
sabato 20 agosto 2011
L'albero dei ricordi
Vivere in un piccolo paese è assai diverso rispetto ad una grande città. Lo scuotimento del proprio essere generato dal sussulto di mezzi pubblici e veicoli vari che incessantemente percorrono le strade in lungo e in largo, quasi non esiste. La vita scorre serafica, a dir poco piatta, ma ci sono delle piccole cose che le danno un senso davvero profondo. Ogni mattina, quando mi affaccio al balcone, il mio sguardo è attratto frontalmente da un pino che per me rappresenta l’albero dei ricordi. Già, quando si evoca il termine ricordi un tuffo nel passato è d’obbligo. Avevo da poco iniziato le scuole medie o stavo terminando le elementari, non ricordo esattamente il periodo preciso, quando in occasione della festa dell’albero, a tutti ci fu regalato un piccolissimo alberello corredato da una lettera in cui l’ente di promozione della manifestazione, c’invitava a prenderci cura di questa creatura vegetale affinchè ogni albero piantato potesse costituire una speranza alla salvaguardia della natura. Quel giorno tornai a casa madido di sudore, poiché tra lo zaino in spalla, l’albero in una mano e la lettera in un’altra, quasi il mio viso scompariva dietro il tentennamento di quella piccola chioma. Lessi e rilessi la lettera, e non potei non affidare il mio piccolo alberello a chi lo avrebbe saputo gestire meglio di tutti: mio nonno. In qualità di esperto ortolano ed abile giardiniere, in men che non si dica, con una vanga ed un badile, scavò una piccola buca ove l’alberello, estratto dal suo vaso in plastica bruna, fu dolcemente adagiato. Quel piccolo innesto di una nuova vita fu per me come una festa; come l’inizio di un nuovo percorso che avrei fatto insieme all’albero se solo le condizioni climatiche e del terreno ne avessero favorito una crescita sana e senza problemi. Dopo qualche mese, notavo che l’albero iniziava a prendere una nuova dimensione ovattata, compatta, con una forma allungata a foglie strette, sinonimo di coraggio e potere svettante verso cielo. Contestualmente crescevo anch’io, e spesso nelle sere d’estate, sedevo accanto a mio nonno sui gradini posti a pochi metri dal nostro punto di riferimento. Avendo un rapporto quasi paterno con lui, parlando spesso di mille cose, mi capitava di confidargli i miei dubbi, le mie paure adolescenziali, le incognite di chi si affaccia alla vita ed ha bisogno di una guida. In risposta a tutto questo, ricordo una frase che la sua saggezza immane impresse nella mia mente: “vedi Marco, tu brontoli perché hai la voce mentre il pino che abbiamo piantato pur crescendo come te, resta in silenzio. Eppure anche lui soffre come te. Non ama il caldo eccessivo ed il freddo pungente; detesta il vento forte e la nebbia fitta, nonostante tutto però continua a crescere. E’ il cammino della vita per te come per lui, sappilo affrontare con determinazione, coraggio e senso del dovere”. Sono parole che oggi come allora mi risuonano spesso nelle mente. Ora che mio nonno non c’è più, su quei gradini ancora capita di sedermi a guardare il pino, il quale ha raggiunto una maestosità imperante. Mi siedo però quando la luce diurna è capace di avvolgere i miei pensieri, altrimenti il buio della sera aumenterebbe la malinconia per la mancanza del compagno di avventura. Guardo il pino e guardo me. Torno indietro nel tempo e filosofeggio sul futuro, con la speranza che l’albero dei ricordi possa promuovere costruttivamente il mio cammino sull’onda di quel senso del dovere impresso nelle calde ed avvolgenti parole di mio nonno.
The tree of memories
Living in a small country is very different than a big city. The shaking of one's being generated by the surge of public transport and various vehicles that constantly run through the streets far and wide, almost does not exist. Life goes seraphic, just slightly flat, but there are little things that give a very profound way. Every morning when I look at the balcony, my gaze is drawn to the front of a pine tree that for me is the memories. Already, when the term evokes memories back in time is a must. I had just started junior high or elementary school was ending, I do not remember exactly the precise moment when the feast of the tree, all we got was a tiny sapling accompanied by a letter in which the body promoting the event , invited us to take care of this creature so that each tree planted crop could be a hope for the preservation of nature. That day I came home drenched in sweat because of the backpacker, the tree in one hand and the letter to another, almost disappeared on my face behind the vacillation of the little hair. I read and reread the letter, and I could not entrust my little tree who would have been able to handle it best: my grandfather. As an expert gardener and skilled gardener in no time at all, with a spade and a shovel, dug a small hole where the tree, going from her brown plastic, was gently resting. That little plug for a new life for me was like a party, as the beginning of a new path along the tree that I would do if only the weather and the land they had fostered a healthy growth and without problems. After a few months, I noticed that the tree began to take a new dimension plush, compact, elongated shape with a narrow-leaf, synonymous with courage and power of soaring into the sky. At the same time I was growing up, and often on summer evenings, I sat on the steps next to my grandfather placed a few meters from our point of reference. Having an almost paternal relationship with him, often talking of many things, I happened to tell him my doubts, my fears of adolescence, the uncertainties of who looks at life and need a guide. In response to all this, I remember a phrase that his immense wisdom in my mind, "see Mark, you grumble because you have the voice as a pine tree that we planted like you while growing, remains silent. Yet he, too, is suffering like you. He does not like extreme heat and bitter cold, hates the strong wind and thick fog, but nevertheless continues to grow. And 'the way of life for you as for him, know this face with determination, courage and sense of duty. " These are words that resonate today as then often in my mind. Now that my grandfather is gone, even on those steps happen to sit and watch the pine, which has reached a majesty abounds. But when I sit down in daylight is able to wrap my thoughts, or the darkness of the evening would increase the melancholy for the lack of fellow adventure. I look at the pine and watch me. I go back in time and philosophize about the future, with the hope that the tree of memories can constructively promote my journey in the wake of that sense of duty impressed in the warm and welcoming words of my grandfather.
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